In viaggio per Strasburgo
Dal 1978 al 1984 ho lavorato intorno alle vicende del terrorismo
italiano e della cosiddetta strategia della tensione. Responsabile, dal 1979,
della sicurezza del PCI, facevo parte della sezione Problemi dello Stato,
diretta da Ugo Pecchioli. In ragione del mio ufficio, ho conosciuto da vicino
tutti i dirigenti nazionali del partito e frequentata in lungo e in largo la
nostra organizzazione periferica. Un viaggio incredibile dentro un’altra
Italia. Negli anni di piombo le misure di prevenzione e sicurezza contro
attentati, infiltrazioni, provocazioni, verso le nostre sedi e i nostri
dirigenti, nazionali e locali, occupavano il mio tempo senza un attimo di
respiro. Non era un lavoro organizzativo - anche se le misure pratiche venivano
predisposte con la cura meticolosa tipica della cultura dei partigiani
comunisti - ma soprattutto di conoscenza: di intelligence .
“Marini, sei il nuovo
responsabile della sicurezza, vero?! Il vocione di Giorgio Amendola ruppe i
miei pensieri, seduto sulle ultime file dell’aereo che portava da Roma a
Strasburgo, il 13 luglio del 1979, Enrico Berlinguer e altri dirigenti
comunisti, per l’insediamento del primo
parlamento europeo. “Vieni a Strasburgo per vedere con i tuoi occhi come siamo
messi?” – non mi diede neanche il tempo di rispondere e continuò, “Bravo, ma
ricordati che la vigilanza non è fatta di misure tecniche. E’ un’arte la vigilanza!” Probabilmente lesse nei miei
occhi un qualche smarrito interrogativo perché continuò dicendomi: “Tanti anni
fa, dopo il ’45, Togliatti venne a Napoli. Salvatore Cacciapuoti era talmente
preoccupato per la sua sicurezza che, per alloggiare il capo del partito, predispose una intera palazzina, svuotata
dalle famiglie, in un quartiere operaio, e mobilitò un numero spropositato di
compagni per vigilare. Non ero d’accordo con queste misure che isolavano
Togliatti da Napoli e caricavano solo sulle nostre spalle la responsabilità
della sua sicurezza.. Mi rivolsi a un vecchio amico monarchico che possedeva un
albergo molto importante e gli dissi: Devi
alloggiarmi l’uomo politico che assieme
a De Gasperi è tra quelli più importanti d’Italia. Si hai capito bene, Palmiro
Togliatti , e ti riterrò responsabile se gli accadrà qualcosa. Ce la
cavammo con un paio di compagni a fare la guardia fuori il corridoio e un
giovane studente universitario, Giorgio Napolitano, che fungeva da ufficiale di
collegamento.” Mentre rideva, ammiccando verso la moglie Germaine, io ero
completamente nel pallone per quella lezione così lucida, per quella
sensibilità umana e quella curiosità che lo aveva spinto, vedendomi certamente
assorto e spaesato, a curarsi della mia prima
volta.