lunedì 21 novembre 2011

da Carmine Tulino

E all'improvviso il clima divenne serio e triste. Sui volti di molti
compagni più anziani si leggeva il dolore sincero e la commozione. Noi più
giovani smettemmo di parlottare, intimamente, pur non conoscendone le
ragioni, condividevamo quel triste momento. Ed infine Antonio Cozzolino, il
"Maresciallo", con gli occhi lucidi dietro le spesse lenti, e la voce
rotta, ci comunicò che il compagno Mario Palermo era morto. Lo ricordavo
nella sua elegante e imponente statura, la sua eleganza, i cappotti
"tagliati", i suoi occhi luminosi e curiosi. E ricordavo la sua storia,ma
specialmente il suo papillon rosso,che non dimenticava mai di indossare ad
ogni manifestazione pubblica del PCI. La camera ardente sarebbe stata
allestita in Federazione, nell'atrio. Ed i gran consulti tra
cerimonieri, architetti, perchè nulla doveva essere lasciato al caso.Alle
22,00 il fioraio consegnò diverse, e imponenti, piante di Ficus Benjamin,
che sarebbero servite agli arredi per la mattinata successiva.Intorno
mezzanotte il Maresciallo mi si avvicina, e con la sua cara voce mi dice: "C'è
un compito importante per te, qui c'è il liquido speciale e qui le pelli
fini,devi lucidare le foglie di tutte le piante, ne va della buona riuscita
della camera ardente". Rimasi fino alle 5 del mattino a lucidare quelle
foglie una per una, convinto che avremmo realizzato un mondo migliore anche
attraverso una buona conoscenza della Botanica Sistematica.

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