domenica 20 novembre 2011

da Vitaliano Menniti

16 marzo 1978: studente universitario e giovane segretario del PCI di Fuorigrotta già da 2 anni. La mattina mio padre mi chiede di accompagnarlo alla Banca Fabbrocini di Terzigno. Appena arrivati si apparta con il Direttore mentre io attendo in sala. Un cassiere ascolta musica alla radio quando, improvvisamente, si interrompono le trasmissioni e uno speaker da l’annuncio del rapimento Moro. Mi precipito nella stanza del Direttore senza bussare e prendendo mio padre per un braccio gli dico che dobbiamo tornare subito a Napoli. I due mi guardano sconcertati senza capire e io, quasi gridando: “hanno rapito Moro”. Mio padre, vecchio militante comunista, capisce la gravità della situazione e si avvia all’auto. Lo sposto e prendo il volante. Mentre accendo la radio, gli dico di non far caso a come guiderò e, con tono deciso, lo avverto di non fare assolutamente nulla e mettere le mani bene in vista sul cruscotto nel caso ci fermasse la polizia. Mio padre, terreo in volto, è ammutolito. Fortunatamente non ci ferma nessuno e appena arriviamo mi precipitò in sezione; ci sono già diversi compagni e decidiamo di ciclostilare subito un volantino. Per strada c’è un’aria cupa, terribile, con una giornata uggiosa che certo non migliora l’atmosfera. Le persone quasi corrono ma molti, vedendoci, si fermano a parlare rincuorate dalla nostra presenza; ci chiedono cosa accadrà, cosa fare. Magari l’avessimo saputo! Il pomeriggio ci fu una prima manifestazione provinciale; mi sembra di ricordare che non ci fosse molta gente ma certamente la stragrande maggioranza eravamo quelli del PCI, ed eravamo noi a dover spingere avanti i militanti della DC con le loro bandiere. A chi, ancora oggi, discetta sulla democraticità del PCI credo dovrebbe bastare quella presenza nelle strade per ricredersi. Dopo tanti anni resto convinto che la nostra sola presenza in strada un po’ di serenità, a quei cittadini, l’abbia data. Personalmente, al di là della vicenda politica, mi piace ricordare la faccia di mio padre: purtroppo non l’ho mai chiesto ma credo che quel giorno la sua stima (e orgoglio) nei miei confronti, abbia raggiunto il massimo. Spero di non averlo deluso successivamente.

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