martedì 22 novembre 2011

da Maria Chiara Risoldi

‎1977-1979 tre anni di luna di miele
La mia avventura nel Pci inizia nel gennaio del 1977 a Bologna. Lascio il Pdup, (e la direzione provinciale di cui facevo parte) e mi iscrivo al Pci.Dalle elezioni amministrative del 1975 facevo la consigliera di quartiere del Pdup nel quartiere Lame, (un popolare, periferico quartiere di Bologna). Donna, giovane, ( 23 anni), femminista, studentessa lavoratrice (bibliotecaria).....faccio politica da anni....il gruppo dirigente del Pci bolognese fa un investimento su di me..... anche se non risiedo nel quartiere e il gruppo consiliare del Pci nel quartiere è consistente, cifre "bulgare" si direbbe oggi, composto per lo più da uomini cinquantenni e sessantenni , mi propongono all'istante di diventare capogruppo del Pci. Il gruppo consiliare accetta la proposta della Federazione.Mi conoscevano da più di un anno e mi apprezzavano. Io accetto. Fare la consigliera del Pdup, che aveva un solo consigliere, era un conto. Fare la capogruppo del Pci, in un quartiere assai popoloso, era tutto un altro conto. Faccio una vitaccia: la mattina lavoro in biblioteca, il resto del tempo studio e faccio politica..... ma la passione è più forte della fatica.
11 marzo 1977. La mattina esco di casa per andare a laurearmi. Incontro un gruppo di vecchi amici del movimento, tra cui Francesco Lorusso. Baci, abbracci, auguri. Stanno andando ad interrompere un'assemblea di Comunione e liberazione. Io mi laureo, torno a casa a cucinare per la festa di laurea della sera. A metà pomeriggio mi chiamano dalla Federazione. Non mi ero accorta che nel frattempo a Bologna era scoppiata una guerra. Francesco Lorusso era morto negli scontri della mattina. Mi precipito in Federazione. Una assemblea che durerà tutta la notte. Lo scontro è tra chi sostiene le posizioni della Fgci sul movimento: attenzione e riflessione per capire e comprendere lo scontento giovanile, e le posizioni maggioritarie del partito, che leggono il 77 come un nuovo diciannovismo. La spaccatura nella federazione bolognese è profonda. Come per altro in tutta Italia. Io sposo con convinzione la posizione della Fgci. E con la Fgci inizia in quei mesi per me una "luna di miele". Nel quartiere Lame porto la posizione della Fgci e mi scontro con la componente più conservatrice del partito bolognese. Sono settimane di discussioni durissime, che detto per inciso sarebbe assai interessante andare a rileggere oggi, di fronte ai neonati nuovi movimenti giovanili e all'afasia del PD.
7 aprile 1977 esce il numero 01 de La Città Futura. La segreteria nazionale della Fgci dei tempi di D'Alema fu assai lungimirante: aprire un settimanale e farne un terreno di esplorazione, di discussione , di conoscenza di quanto stava allora mutando in Italia. Collaboro da subito, da Bologna, con il settimanale. Finchè un giorno di maggio Mauro Felicori, bolognese, vicedirettore del settimanale, mi telefona. " Tu sei attiva nel movimento femminista, al giornale abbiamo bisogno di una persona che sappia e possa dialogare con i movimenti femministi. Mi sei venuta in mente. Verresti a Roma a lavorare alla Città Futura?" Io accetto entusiata. Andare a fare la giornalista, andare a Roma, partecipare in prima persona all'esperimento Città Futura! Ebbi uno scontro con l'allora segretario cittadino del Pci, perchè tradivo l'investimento fatto su di me. Ma non ero una funzionaria di partito, avevo un lavoro , (dal quale scegliere di licenziarsi non fu facile), era mio diritto accettare una offerta così fantastica. E dunque con buona pace dei dirigenti del Pci bolognese, me ne andai a Roma.
26 ottobre 1979 esce l'ultimo numero de La Città Futura . Chiusa per volere di Amendola e Napolitano. Fu la fine della mia luna di miele con la Fgci e con il Pci.
La mia iscrizione al Pci nel 77 significò imboccare una strada che cambiò la mia vita. Crescita politica, crescita culturale, crescita umana. Tutte le mie scelte di vita successive, professionali ed esistenziali, sono condizionate da quella scelta. Dal 1988 faccio la psicoanalista: quegli eventi furono le mie sliding doors.

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