venerdì 18 novembre 2011

da Franco Tambaro

Misi piede per la prima volta in una sezione comunista nel 1984, due giorni dopo i funerali di Enrico Berlinguer. Vidi negli occhi del segretario, Mario Alamaro, e dei compagni evidenti tracce del profondo dolore che ancora provavano. Io avevo 22 anni., fui presentato come un compagno giovane, studente universitario. Di lì a qualche settimana fui eletto segretario del circolo della Fgci della sezione, intitolato a Victor Jara, io stesso, nella più totale ingenuità, votai a favore e questo risultò determinante. Mi cooptarono sùbito nel direttivo del Partito, dove ebbi modo di conoscere alcuni compagni “storici”: Enrico Adamo, Alfredo Musciacco, Carlo Obici, Antonio Tammaro. Cominciò così la mia scuola di Partito ed immediatamente constatai quanto questi ed altri compagni fossero conosciuti sul territorio. Antonio mi persuase (“sei il segretario dei giovani, devi venire con me!”) ad accompagnarlo alla “Pigna” la domenica mattina, a fare diffusione e a consegnare le tessere. I tempi gloriosi del tesseramento erano già probabilmente superati, sta di fatto che Antonio era una…potenza. Non pochi cittadini, infatti, ci aspettavano, per offrire il caffè, per scambiare opinioni e alla fine, puntualmente, dopo aver ascoltato Antonio rinnovavano l’iscrizione e acquistavano la copia dell’Unità.
Ricordo le campagne elettorali, le affissioni in tardissima sera dei manifesti ed in particolare la mitica, affissione del venerdì precedente le elezioni, gli incazzamenti con gli attacchini socialisti o presunti tali, che sistematicamente coprivano il simbolone (falce e martello) e i manifesti di Berlinguer ancora freschi di colla. Prima di recarsi al seggio, molti elettori passavano in sezione: “abbiamo dimenticato i nomi dei candidati del Partito ai quali attribuire la preferenza, ci date dei bigliettini?” Era quello ancora il Partito di massa, a suo tempo voluto in primis da Togliatti: sono riusciti a neutralizzarlo successivamente, dall’interno, nell’àmbito di una scellerata operazione complessiva di azzeramento della memoria storica.
Che dire, infine dei congressi, preceduti sistematicamente da una serata…chiarificatrice in pizzeria. L’ultimo congresso del Pci, fu particolare. La mozione di Occhetto, a cui avevo aderito, era maggioranza anche in sezione, ma il dibattito segnò tutti noi profondamente. Molti compagni piansero, quel giorno. Sentivano, evidentemente, che una parte molto importante della loro Vita andava via. E tuttavia anche tra i compagni anziani prevalse, alla fine, la necessità del cambiamento.


Franco Tambaro

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