domenica 20 novembre 2011

da Sirio Conte

Di quella giornata ricordo tutto, tranne la data. Collocata in quel freddo inverno tra il 79 e l'80. Un periodo per me, che avevo appena 20 anni, denso di esperienze.
Qualche mese prima l'allora responsabile dell'organizzazione del PCI napoletano, Aldo Cennamo, mi aveva comunicato che il Partito mi mandava al corso di 6 mesi per giovani dirigenti del Partito presso l'Istituto Togliatti di Frattocchie, la mitica Scuola di Partito. “Ma io sono della FGCI, sono stato appena eletto nella segreteria provinciale.” Avevo tentato di obiettare: “Non fa niente, ci vai lo stesso.” E così chiuse la discussione.
Ma non l'avrei finito, quel corso. Infatti l'incarico che mi era stato assegnato in FGCI era quel nuovo settore chiamato “lavoro di massa” cui responsabile nazionale era Giovanni Lolli e proprio allora venne lanciata la campagna per l'occupazione di spazi giovanili. A L'Aquila venne occupato il teatro “Celestino”, a Napoli occupammo la “Casina dei Fiori”. Per questo non potevo restarmene a Frattocchie ed il segretario della FGCI provinciale, Antonio Napoli, mi disse di tornare subito. Lo feci in fretta e furia, tanto che lasciai a Frattocchie una borsa con dei libri.
E fu proprio per riprendere quella borsa che mi trovai quel giorno a sbucare dalla metro in Piazza Garibaldi per dirigermi ad un indirizzo dalle parti di Via Nazionale. La telefonata l'avevo ricevuta il giorno prima. “Sono Piero, sono stato a Frattocchie e mi hanno dato questa borsa che ti appartiene.” Lui era Piero Lapiccirella figlio di Renzo, storico dirigente del PCI napoletano con appiccicata addosso l'etichetta di intellettuale eretico. Piero invece era stato dirigente nazionale della FGCI e poi presidente del Fronte Mondiale della Gioventù Democratica l'organizzazione internazionale che riuniva i movimenti giovanili dei partiti comunisti ed affini, con sede a Budapest. Da quando era rientrato in Italia il Partito gli aveva dato un incarico presso la federazione di Caserta. Io ne avevo sentito parlare: mio zio Aldo Daniele, che lavorava a Botteghe Oscure (era stato segretario di Luigi Longo), mi aveva accennato ad una difficile storia famigliare ed era molto legato al padre. Al telefono la voce era stanca, una brutta bronchite. Così quando bussai, mi venne ad aprire in vestaglia e con affanno mi indicò la borsa. Mi sembrava provato ed aspettai che tornasse la moglie (una compagna ungherese) scesa per acquistare delle medicine.
Quando andai, mi diressi direttamente alla “Casina” dove avevo appuntamento con l'allora segretario del circolo di Chiaia ed anima instancabile dell'occupazione Alfredo Capozzi. Dovevamo preparare una manifestazione e la piattaforma da sottoporre al Comune per rendere quello spazio un centro polifunzionale per i giovani.
Il giorno dopo fu mio padre, dirigente della federazione, a comunicarmi che Piero non ce l'aveva fatta. Piansi.

3 commenti:

  1. Piero l'ho conosciuto alla FGCI nazionale ma veramente poco. Poi negli anni successivi vinsi una borsa di studio a Budapest.Tra le mie amicizie in Ungheria una ragazza laureata in italiano Tamas Ildikò che era venuta a Napoli negli anni precedenti ad accompagnare gruppi di turisti ungheresi. Io li portavo in giro tra Napoli, Capri e Pompei. Mi invitò a casa sua e lì insieme alla gentilissima madre Margot mi annunciò che presto avrebbe sposato un ragazzo italiano.Anzi precisò napoletano che però viveva a Roma. Era proprio Piero Lapiccirella. Quando fu in prossimità del matrimonio mi chiese di farle da testimone di nozze. Accettai volentieri. Il matrimonio si svolse nella sala del Comune di Budapest del V Quartiere dove viveva Ildikò. Venne il padre Renzo con la seconda moglie ma c'erano soprattutto ungheresi. Dopo il matrimonio Piero si stabilì a Budapest diventando Presidente della Federazione Mondiale della Gioventù Democratica. Dopo alcuni anni tornò a Roma dove nacque Costanza. Infine fu trasferito a Caserta ma viveva a Napoli nella zona della Ferrovia in una casa che apparteneva a Sergio Bruni. Un giorno nel primo pomeriggio ricevetti una telefonata drammatica di Ildikò che mi pregava di correre perchè Piero era morto. Stroncato a soli 40 anni da un infarto fu inutilmente portato al Loreto Mare. Un bravissimo compagno se ne andava troppo presto. Ildikò per diversi anni ha lavorato a Santa Maria La Nova in un ufficio della Provincia di Napoli mentre la figlia Costanza ormai grande vive in Spagna. Continua a chimarmi a tanu (il testimone). Sergio Delli Carri

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    1. Mi correggo Piero Lapiccirella era nato il 25 agosto 1946 ed è morto il 18 dicembre 1978 ed aveva quindi poco più di 32 anni. E' sepolto nel Cimitero Britannico di Napoli.
      Sergio Delli Carri

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